Sito web, scegliere hosting e dominio (Guida al sito fai da te, parte 5)

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Hosting e dominio sono necessari per pubblicare il tuo sito online: l’hosting è la macchina sulla quale gira il sito web, il dominio è il nome con cui viene registrato e trovato. Qui ti diamo qualche dritta su come scegliere bene entrambi.

Sommario

Questa è la quinta puntata della nostra Guida al sito fai da te, una guida in otto parti rivolta a chi vuole creare il proprio sito in autonomia. Dedichiamo questa puntata alla scelta di Hosting e Dominio.

Se ti interessano anche gli altri aspetti della creazione del tuo sito ti consigliamo di iniziare dal primo articolo “La guida definitiva al sito fai da te” e leggere le puntate nell’ordine. Insieme ti danno un metodo, una struttura per fasi ragionate che puoi seguire passo passo.

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Fase 5: SCEGLIERE HOSTING E DOMINIO

Se hai letto la puntata precedente della nostra Guida, dedicata alla scelta del CMS, sai già che esistono CMS open source – gratuiti ma che necessitano di un hosting per funzionare – oppure CMS proprietari – che offrono una soluzione completa di CMS + Hosting gestito, in una formula completamente “zero-pensieri”.

Trovi tutti i dettagli nell’articolo Sito web, scegliere il miglior CMS.

Entrambe le soluzioni offrono pregi e difetti. Noi di NUwebstudio siamo naturalmente a favore della soluzione con Hosting separato e CMS open source. Ma ti invitiamo a leggere l’articolo per maggiori dettagli.

Se hai già deciso che preferisci la soluzione zero pensieri con hosting proprietario, allora puoi evitare di informarti sui vari tipi di hosting descritti qui sotto e passare direttamente alla parte che riguarda i domini.

un collage dei principali provider di hosting e domini in Italia.

Per gli amanti delle soluzioni semplici e senza pensieri aggiungiamo però una buona notizia: negli ultimi tempi anche la gestione di un hosting libero si è parecchio semplificata.

  • Ormai hosting e dominio sono offerti in un unico pacchetto.
  • Alcuni hosting forniscono pacchetti con CMS (WordPress o Joomla) già installato al costo di poche decine di euro all’anno;
  • Dove non c’è il preinstallato, molto spesso c’è l’installatore one-click per i più diffusi software open source per il web.
  • Alcuni hosting dispongono di un piano di gestione che facilita molto gli utenti neofiti
  • Dedicandoci un pochino di tempo e pazienza, molto presto riuscirai a familiarizzare con il pannello di gestione.

Qui in NUwebstudio, nel realizzare i siti per i nostri clienti business offriamo anche la gestione dello spazio hosting scelto dal cliente, con la possibilità di aggiungere la manutenzione tecnica preventiva ai loro siti, proprio per eliminare qualsiasi preoccupazione. Naturalmente offriamo anche l’hosting senza gestione né manutenzione, per un sito completamente fai da te.

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Gli hosting provider più utilizzati in Italia secondo Builtwith.com – dati ottobre 2022

I diversi tipi di hosting

Chiarito che l’hosting libero secondo noi è la scelta giusta, ora cerchiamo di darti un orientamento tra i vari tipi di hosting sul mercato, partendo dai più economici.

Hosting gratuito

Anche gli hosting indipendenti (oltre a quelli con CMS proprietario) mettono a disposizione piani completamente gratuiti per iniziare a pubblicare sul web. Ad oggi conosciamo:

  • Altervista
  • 000 Webhost
  • Netsons

Generalmente questi hosting sono predisposti per l’uso di WordPress, il più popolare fra i CMS open source, e offrono uno spazio web dove poterlo installare senza sborsare un euro. Naturalmente i piani gratuiti hanno molte limitazioni in termini di risorse a disposizione, ma consentono comunque di imparare a fare i primi passi.

L’hosting più economico: Hosting Condiviso

Entriamo nel mondo degli hosting a pagamento e scopriamo che possono costare molto poco, anche qualcosa come 30€ all’anno. Nel caso di un hosting condiviso Il tuo sito web viene ospitato su una macchina insieme con molti altri siti, condividendone le risorse.

All’indubbio vantaggio del prezzo si contrappone lo svantaggio di una maggiore lentezza del tuo sito e di un controllo inesistente delle risorse; inoltre, se nello stesso server si trovano siti ad altro traffico, questi possono “rubare” le risorse ai siti più piccoli e non si esclude che, in momenti di picco, il tuo sito possa andare offline per brevi periodi di tempo.

Alcuni hosting condivisi, invece, (es. Siteground) assegnano una quota precisa di risorse a ciascun sito, organizzata a livelli: a maggiori risorse corrisponde un costo maggiore. Questo permette di avere una performance di tutto rispetto anche su un hosting condiviso. D’altro canto, in presenza di picchi di traffico in cui si supera la quota assegnata, anche il tuo sito può andare offline fino a che non rientra nella quota o fino a che non decidi di passare al livello di abbonamento superiore.

Il consumo delle risorse dipende soprattutto dal numero di accessi contemporanei al sito. Se hai già un sito web puoi consultare questi dati nel pannello di controllo del tuo hosting oppure chiederli all’assistenza clienti. Se non hai dati storici, puoi fare una stima a spanne basata sul tuo piano di marketing e sugli obiettivi mensili di traffico.

Cloud Hosting condiviso

Il cloud hosting è entrato più recentemente nell’offerta di mercato destinata alle PMI. Il cloud è costituito da un gruppo di server che lavora insieme per ospitare uno o più siti. Il lavoro di più computer insieme consente di gestire meglio i picchi di traffico. Costa di più di un normale hosting condiviso e può essere scalato aumentando le risorse (e il loro costo) con l’aumentare del traffico.

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una sala server – foto Elias Sch via Pixabay

VPS o Virtual Private Server

Un Virtual Private Server è un server, appunto, virtuale. Non viene assegnata una macchina fisica ma, a differenza di un hosting condiviso, il VPS permette di isolare i propri dati in un’unica macchina virtuale dedicata.

I piani VPS più recenti sul mercato sono basati sul cloud, il che li rende più flessibili dei VPS su macchine singole per la maggiore scalabilità e disponibilità di configurazioni.

Hosting dedicato

L’hosting dedicato è una macchina fisica, collocata sempre all’interno del DataCenter del provider, ma noleggiata solo a te.

Il server dedicato offre il massimo controllo non solo sul sito web ma su eventuali altri applicativi che vorrai installare. Per contro, il prezzo è più elevato rispetto al VPS.

Cloud hosting dedicato

Il cloud hosting dedicato è simile a quello condiviso con la differenza che è possibile controllare il server in tutti i suoi aspetti di configurazione. E’ più simile a un VPS o a un server dedicato, nel senso che lo si può controllare completamente e può ospitare qualsiasi applicativo web. In genere viene addebitato a consumo.

Anche in questo caso, da un grande potere derivano grandi responsabilità: servono le competenze giuste per configurare e mettere a punto il server per dare il massimo della performance al proprio sito web.

Quale hosting scegliere

Le spiegazioni che abbiamo finora ti aiutano (speriamo) a comprendere le differenze di prezzo fra le diverse offerte commerciali degli hosting provider. Ma forse ti è rimasto ancora qualche dubbio, alla fin fine, su quale hosting scegliere per il tuo sito web.

Se ti metti a cercare su internet i “migliori hosting” troverai moltissimi articoli, recensioni e link sicuramente sponsorizzati, influenzati naturalmente dalle campagne di affiliazione più che da giudizi disinteressati. Allora, per evitarti la ricerca mettiamo un po’ di nomi anche qui, in ordine assolutamente alfabetico e senza alcuna sponsorizzazione:

Amazon WS, Aruba, Ergonet, Google, Hetzner, Hostinger, Ionos, Keliweb, Kinsta, Netsons, OVH, Register, Serverplan, Shellrent, Siteground, Supporthost, Tophost, VHosting, sono tra gli hosting più conosciuti e utilizzati nei siti web italiani. Se ne abbiamo dimenticato qualcuno, segnalacelo pure e lo aggiungeremo a questa lista.

I piani offerti dai vari hosting non sono direttamente paragonabili perché le diverse offerte includono o escludono servizi diversi tra loro. Dal punto di vista tecnico poi, nessun hosting è nettamente superiore agli altri e i pareri degli utenti si basano anche su elementi del servizio come l’esperienza con il supporto clienti, l’uso della lingua italiana, la presenza di server su territorio nazionale o europeo, e altri aspetti soggettivi.

Ecco qualche dritta per scegliere:

  • Se prevedi un traffico mensile di qualche centinaio di utenti, scegli pure un hosting condiviso qualsiasi.
  • Se il traffico previsto è di qualche migliaio di utenti al mese, scegli un condiviso con un piano che include una cache e magari anche un pannello di gestione semplice e intuitivo come cPanel
  • Se prevedi un traffico più sostenuto allora ti conviene imparare a valutare più in profondità i piani hosting che ti vengono offerti – magari facendoti assistere da un esperto – perché entrano in gioco elementi come memoria, ampiezza di banda, CPU, tipo di cache e altre soluzioni tecniche. I costi sicuramente saliranno ma anche per i siti fai da te la performance ha sempre un costo.
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Scegliere il Dominio

Il nome a dominio è un elemento di base per rendere riconoscibile la tua azienda nel mondo online. Per questo, non appena scegli un nome per il tuo business dovresti considerare due cose:

  • l’acquisto del dominio con il nome della tua azienda
  • l’attivazione della posta elettronica sul dominio

In questo modo proteggi il nome della tua azienda sul web e getti le basi per la crescita online del tuo brand. Registrare un dominio è semplicissimo e poco costoso, e tutti – o quasi – gli hosting provider offrono questa opzione, sia con che senza abbinamento ad un piano hosting.

Se invece sei un hobbista e decidi di farti il sito, non occorre registrare il dominio separatamente: puoi farlo insieme all’acquisto del piano hosting, anzi il costo del primo dominio è spesso incluso nei piani hosting più popolari sul mercato.

Il dominio e i suoi livelli

I domini sono suddivisi in diversi livelli che si contano da destra a sinistra e sono separati da un punto.

Il primo livello corrisponde all’ultima parte del dominio e in Italia spesso viene chiamato estensione, mentre in inglese viene identificato come TLD (Top Level Domain). Può essere di tipo nazionale (rappresentato da un codice paese come .it) o generico. I domini generici storici più popolari e usati internazionalmente sono .com, .net, .org. Ci sono anche le estensioni riservate a domini specifici come .edu, .gov, eccetera. Recentemente si è aggiunta una pletora di nuovi primi livelli come .blog, .shop, .biz, .radio, e moltissimi altri.

Il secondo livello corrisponde al nome che scegli per il dominio. Nel dominio www.example.com, la parola example è il secondo livello.

Il terzo livello in Italia è definito anche come sottodominio. Quando utilizzi un piano hosting, a volte questo offre la possibilità di creare un certo numero di sottodomini. I sottodomini sono come spazi separati nel tuo hosting, dove puoi installare o creare diverse app oppure altri siti web completamente separati da quello principale e dagli altri sottodomini.

Una curiosità: una volta tutti i domini venivano registrati con il prefisso “www” che di fatto è un sottodominio, mentre oggi i domini vengono registrati anche senza il prefisso. Le abitudini però sono dure a morire e molte persone pensano ancora ai domini con il www davanti. Assicurati perciò che il tuo provider attivi entrambe le versioni: una delle due sarà quella preferita e la seconda dovrà reindirizzare automaticamente alla prima. Provvedi infine a comunicare ai tuoi contatti la versione preferita del dominio, perché ogni reindirizzamento rallenta il tempo di risposta del tuo sito, come abbiamo scritto nel nostro articolo Il sito veloce, senza codice, sezione #onemorething.

Attraverso la gestione del DNS (ne parliamo più avanti) anche i sottodomini possono essere mappati con spazi web diversi da quello del tuo dominio, dove ad esempio possono risiedere app o servizi di terze parti che utilizzi e che in questo modo vengono personalizzati con il tuo nome, rafforzando il tuo brand.

A volte le grandi aziende utilizzano i domini di terzo livello per separare le diverse lingue del loro sito, per esempio en.example.com oppure it.example.com.

Infine, quando ti registri su uno di quei servizi gratuiti per creare siti web come Wix, Altervista o WordPress.com, per ogni sito che crei all’interno della piattaforma ti viene assegnato un dominio di terzo livello, come ad esempio ilmioblog.wordpress.com.

Gestione del Domain Name System (DNS)

Il DNS, Domain Name System, è una rete di server che hanno il compito di indirizzare chi digita nel browser un dominio, collegandolo al Host dove il sito è attivo. Semplicisticamente parlando è un “indirizzario” che mappa ogni nome a dominio con l’indirizzo IP dove il sito corrispondente si trova.

Qualche anno fa, non tutti i provider di registrazione dei domini offrivano anche la gestione autonoma del DNS. Va detto che se hai un solo sito web fai da te e non utilizzi servizi terzi (come ad esempio la posta elettronica o altro) da mappare al tuo dominio, non hai bisogno di gestire il DNS. Non appena le esigenze aumentano però torna utile disporre di questa funzione. Controlla se tutti i provider che stai confrontando offrono la gestione del DNS.

Per una maggior sicurezza del tuo dominio, una caratteristica molto diffusa tra i provider Europei ma poco presente in Italia è costituita dalle DNSSEC. Stiamo parlando delle Domain Name System Security Extensions, funzionalità aggiuntive del DNS che permettono di autenticare l’effettiva origine dei dati e la loro integrità, impedendo agli utenti malintenzionati di manipolare le risposte alle richieste DNS. In Italia è opinione diffusa che questo livello di sicurezza sia eccessivo per lo scopo che si prefigge un sito fai da te, ma può essere utile in ogni caso per confrontare i diversi provider e i loro prezzi.

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Il DNS indirizza le richieste web – immagine prodotta con DALL E AI

Dominio e nome dell’Azienda

Se sei come la maggioranza degli imprenditori o professionisti italiani, forse hai chiamato la tua azienda con una sigla fatta con i nomi dei soci, un po’ anonima o facile da confondere. Per carità, anche un nome come questo può andar bene… fino a che non decidi di usarlo per registrare il tuo dominio. Ecco che cosa può succedere:

Dominio già occupato: se il nome che hai scelto non è unico, quasi certamente il dominio corrispondente, nomeazienda.it, è già stato preso e ti tocca ripiegare registrando nomeazienda.net, .eu, .org e via dicendo. In alternativa puoi cercare di acquistarlo da chi lo possiede, ma dovrai sborsare molti più soldi.

Affollamento su Google: se provi a cercare la tua azienda su Google, i risultati di ricerca contengono molte aziende omonime oppure simili. Se questo accade, hai già un problema SEO da risolvere ancora prima di andare online.

Dominio e nome personale

Anche il freelancer, come l’azienda, può scegliere fin da subito se registrarsi con il proprio nome e cognome oppure usare un nome astratto, uno pseudonimo oppure il nome della ditta individuale.

Ecco che cosa ha spiegato Salvatore Aranzulla in proposito, in uno dei suoi Aranzulla Day tenuti qualche anno fa ma ancora super attuali:

Vantaggi del nome proprio:

  • sei immediatamente riconoscibile (se non ti chiami Mario Rossi)
  • la tua autorevolezza personale sul web aumenta più velocemente rispetto a un nome astratto
  • è più adatto a persone attive nei settori dei servizi.

Svantaggi del nome proprio:

  • è più difficile associarlo a un prodotto fisico
  • se hai un nome molto comune perdi l’immediata riconoscibilità
  • è più difficile separare la sfera personale da quella professionale
  • è più difficile cambiare ambito di attività e/o vendere la propria attività

Dominio e brand

Se tiriamo le somme sulle considerazioni fatte in precedenza, concludiamo che nella mente delle persone è più facile essere ricordati con un nome brand distintivo.

Se il nome della tua azienda o il tuo nome non è sufficientemente distintivo, allora ti conviene scegliere un nuovo nome brand e registrarlo come dominio per la tua mail aziendale e per il tuo sito web.

Vuoi sapere se il nome del tuo dominio può essere un buon nome di brand? Negli Approfondimenti trovi le 8 regole per un brand efficace.

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Ricapitolando

  1. Esistono Hosting completamente gratuiti, dalle prestazioni molto limitate ma adatti ad imparare i primi passi
  2. Gli hosting più economici sono quelli condivisi: ad un prezzo basso corrispondono basse prestazioni
  3. Gli hosting basati sul cloud sono quelli più moderni, più costosi ma più flessibili e adatti a gestire i picchi di traffico
  4. E’ meglio registrare il dominio appena apri l’attività, anche senza un hosting, per proteggere il tuo nome brand
  5. Usa un indirizzo email con il tuo dominio, è più professionale e aiuta a costruire un buon branding
  6. Se il nome della tua azienda non è adatto ad essere un brand, scegli un dominio diverso e più adatto
  7. Qualsiasi nome a dominio scegli, devi comunque riportare a piè pagina nel sito web i dati della società proprietaria.

Noi ci vediamo alla prossima puntata della Guida al Sito Perfetto, in cui parleremo di Visual Identity. A presto!

Approfondimenti

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Immagine di copertina generata da DALL-E AI

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